23 dicembre 2010

per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio

ho sentito questa frase in un film, e mi ha colpito molto. ci ho pensato parecchio e alla fine non ho potuto che condividere il messaggio che porta questo detto brasiliano.
non si riferisce evidentemente alla frenesia delle civiltà moderne, dove per la gestione dei figli è necessaria la presenza di tate, scuole a tempo pieno, asili nido, nonni con la patente. si riferisce invece all'arricchimento di un persona fin dai suoi primi anni di vita, con un percorso di relazioni che vada oltre quelle della famiglia allargata.
per me significa che un bambino libero di giocare in piazza avrà la garanzia di essere protetto e corretto con amore anche dagli anziani sulla panchina, o dal negoziante che lo ha visto nascere.
sarebbe bello poter garantire tanta ricchezza ai nostri figli, che sono invece costretti ad esaurire le loro esperienze tra le mura della scuola e quelle di casa, accompagnati ai giardini pubblici sotto la stretta sorveglianza dei genitori, terrorizzati all'idea di parlare negozianti un po' annoiati e distaccati, incuriositi e timorosi verso chi chiede l'elemosina ai semafori.
io mi immagino e sogno un villaggio intero di attenzioni verso queste piccole persone, che domani saranno il nostro futuro.

3 dicembre 2010

citazione 2 e 3

citazione 2
"mamma, che cosa sono i bambini down?"
"sono bambini che hanno un difetto genetico"
"e passa con il battesimo?"
"..."

citazione 3
"caterina, porca miseria, ti vuoi comportare come cristo comanda!!??"
"CHI è CRISTOCOMANDA??"
"..."

caterina - 3 dicembre 2010

24 novembre 2010

questione di misure

che ci si creda o no, ho le orecchie piccole. me lo hanno detto tante volte, che ho le orecchie piccoline, ma non pensavo fino a questo punto: ho comprato gli auricolari. un auricolare senza pretese, compatibile con il mio cellulare per poter telefonare mentre guido. no frills. e non mi ci sta. non mi entra nell'orecchio!!! è la prova che ho le orecchie piccole?

16 novembre 2010

priceless


 la luce nei loro occhi: questo non ha prezzo.

15 novembre 2010

mi hanno incastrato

lo sapevo che non dovevo dare retta a mio marito, a mia madre, a miei amici. tutti a dirmi "che brutta tosse". tutti a dirmi "ma non sarà il caso che ti fai vedere". alla fine ho ceduto, ed ho iniziato a vedere il primo specialista. peccato che esami del sangue fossero perfetti.
può bastare?
no - no - no. non va bene. se gli esami sono perfetti ma ancora non stai bene, devi fare degli approfondimenti.
e va bene!! facciamo anche gli approfondimenti. facciamo una colonscopia: vi sembra una punizione sufficiente per aver tardato tanto a sottopormi alle attenzioni dei medici?
ops
ops
ops
forse avevano ragione. non ho capito bene se dalla colonscopia è emerso qualcosa che risolva il problema, ma già che c'era il dottore mi ha fatto le lastre al torace ed ha trovato la polmonite.
sapete che è una cosa che mi spaventa? è qualcosa di inatteso e non calcolato. ho già iniziato gli antibiotici, e mi sento più tranquilla. ma se non mi aveste obbligato a farmi vedere? potevano esserci conseguenze?
la cosa importante è che adesso la piantiate di dirmi di smettere di fumare. sembra che alcuni non aspettassero altro. ora gradirei solo essere curata delle cure più amorevoli del mondo - e i miei 4 fantastici ragazzi sanno come fare!

1 novembre 2010

benvenuto, signor Autunno

quale regalo più bello poteva farmi il signor Autunno se non quello di entrare a pie' pari in casa mia? io normalmente non lo saprei apprezzare: pioggia, vento, le giornate che si accorciano...eppure quest anno mi ha fatto un regalo per cui lo ho riqualificato da "vecchio brontolone" a  "elegante signore di mezza età".

emma e caterina hanno prima riempito la cameretta di foglie secche raccolte sui marciapiedi dell'hinterland milanese e poi so sono chiuse in cameretta promettendomi una fantastica sorpresa.
ero pronta al peggio, tipo la riproduzione dei marciapiedi (!) e invece... avevano riprodotto l'autunno trasformando l'armadio in un albero. hanno attaccato ogni singola foglia con la massima attenzione, in modo che non si sbriciolasse. per arrivare fino ai rami più alti si sono attrezzate con un solido sgabello. e alla fine mi hanno chiamato per mostrarmi la loro sorpresa: "mamma, abbiamo fatto un albero, così abbiamo l'autunno in casa!!".

signor Autunno, quest anno lei è il benvenuto.

8 settembre 2010

puro amore


che cosa c'è di più bello che fare l'amore con il proprio marito? è come un meccanismo perfettamente oliato, che ti dà sicurezza e piacere. un incrocio di corpi che si conoscono centimetro per centimetro. sguardi abituati ai piccoli difetti che con il tempo peggiorano, ma fanno parte di noi. il pudore che in più di 13 anni è solo un ricordo, e che ogni tanto affiora in nuovi esperimenti.
sarà anche vero che una distrazione ti porta un po' di adrenalina, ma dopo una serata nulla ti rimane addosso salvo una voglia folle di ritrovare il tuo vero compagno di giochi.
noi calziamo ogni volta gli anni delle scoperte, dei giochi, delle sofferenze, delle preoccupazioni, delle gioie profonde, delle nuove rughe, di qualche chilo in più. e con tutto questo bagaglio di vissuto, porta ad un piacere che va ben oltre ci si possa immaginare, se non si ha la stessa fortuna.

4 maggio 2010

Supernova


sto esurendo le scorte. tutte le scorte. e ho pensato che magari scrivendolo potessi annientare un po' di stanchezza e recuperare un po' di brio. mi sento tirata da tutte le parti, con delle aspettative che potrei anche soddisfare, se però mi fosse concesso di fare una cosa alla volta.
e non mi venga detto: perché non trovi del tempo per te? perché non vai dall'estetista a rilassarti un po'? o in piscina? o a cena con un'amica?
insomma: io mi rompo a fare queste robe. io vorrei il tempo per me quando dico io e per fare quello che dico io. tipo sedermi su un prato o su un terrazzo e leggere in santa pace qualche pagina di un libro. ecco. sarebbe un buon inizio.
e vorrei che qualcuno veramente mi chiedesse come sto. e che mi facesse raccontare come mi sento. e vorrei che capissero che lavoro faccio.
e invece sono sempre disponibile ad assecondare le conversazioni degli altri. ad ascoltare chi ha problemi con il marito, chi con il capo, chi ha progetti di breve, chi non sa come gestire i figli. e a volte ho la sensazione che si aspettino veramente una risposta.
ma io che ne so?
io con mio marito ci parlo. anche a rischio di fargli male. e lui fa altrettanto: si chiama confronto tra pari.
io con i miei figli improvviso, e sbaglio come tutti i genitori del mondo. ma li rispetto profondamente per le loro grandi idee e per le loro forti personalità.
con il mio capo non ho segreti: faccio tutto ciò che posso e - quando sono in difficoltà - gli chiedo un suggerimento o un aiuto.
e così per tutto il resto. io mi limito ad essere ciò che sono. e tanto mi basta. e in linea di massima non mi aspetto nulla dagli altri, ad esclusione di pochi intimi.
però ci sono alcumi momenti, come questo, in cui forse - anche senza pretese - farebbe piacere che anche gli altri facessero un passo verso di me.
che sennò poi mi stufo, e dico le cose che penso senza filtro.
è già successo, ed è un brutto spettacolo.

4 gennaio 2010

favola con finale non tradizionale - capitolo II



ho parlato tempo fa di una principessa, del suo principe e di un castello.
non vi ho raccontato però del soldato di ventura, che ha fatto in modo che il castello assumesse sembianze meno cupe. la sua esperienza ed intraprendenza erano proprio ciò che la principessa sognava, ma non osava sperare.
così la principessa prese coraggio, forte della vicinanza del soldato, ed iniziò a guardare oltre. oltre le mura di cinta, oltre il villaggio ed oltre la vallata circostante. ormai non aveva più timore di guadagnare la torre più alta per godere, nelle giornate di sole, di uno spettacolo di cui i suoi occhi non erano mai sazi.
dal castello alla torre, i passi verso gli altri abitanti del castello furono brevi.
i corridoi e le stanze del castello erano ricchi di personaggi che di notte, nelle sue peregrinazioni, la fanciulla non poteva immaginare.
al soldato di ventura così si aggiunse un nuovo compagno di viaggio: una persona di rara eleganza, di prorompente pacatezza e fine intelletto. ma questa non è una favola come tutte le altre: questo personaggio rimase al castello il tempo necessario per fare passare il rigido inverno, e poi - con la stessa serenità con cui era arrivato - se ne andò.