è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inchinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
E’ piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi fino all’altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.
-Janusz Korczak (1878-1942)
E' proprio questo ciò che a volte ci manca. Noi, noi adulti, noi "grandi", noi - a volte immensi, eppure tanto più piccoli e miseri dei nostri figli. Sapete ancora che cos'è l'emozione di uno sguardo, il batticuore per una carezza, l'incubo dell'ignoto, il timore del buio e del silenzio, la felicità di un viaggio in aereo, il sogno del natale, l'assenza di percezione del tempo, la sincerità di un sorriso senza pregiudizi, l'esuberanza di un urlo, la rabbia della limitatezza del vocabolario? Abbiamo qualcosa da ricordare, guardando i bambini: un tempo siamo stati piccoli agli occhi del mondo, e diventando immensi agli occhi dei bambini abbiamo perso l'altezza che ci caratterizzava.
un uomo guarda la sua mano
RispondiEliminasembra quella di suo padre
quando da bambino
lo prendeva come niente e lo sollevava su
era bello il panorama visto dall'alto
si gettava sulle cose prima del pensiero
la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
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ieri ho sentito mio figlio che cantava questa canzone per il suo saggio di fine anno. e mi sarei alzato per andarlo ad abbracciare proprio li davanti ad altri novecentocinquantaquattro genitori accaldati sudati e stanchi.